venerdì 10 aprile 2009

Raccogliere la vita




Passeggiavo tra le strade della mia città. La gente, il traffico, la musica...
Una distesa di sguardi sfuggenti dinnanzi a me, padrona dei miei passi, che sicuri ritagliavano geometrie in quel campo potenzialmente sterminato.
Oscilliamo proprio come spighe e papaveri al vento, oscilliamo tra la folla, sfiorandoci senza guardare.
Ma se si trova il coraggio, il coraggio di osservare davvero, allora il baricentro cambia, il vissuto cambia, tutto cambia!

Gli occhi degli altri come liane della nostra vita.

C'era un musicista, forse argentino, che suonava il sax.. il lui la struggenza e la malinconia di una vita vissuta all'ultima nota..
C'era un ragazzo, Cico, che vendeva libri.. mi ha lasciato le sue ricette d'Africa.
Un vecchio, col berretto grigio in testa, seduto in piazza, armeggiava con la sua armonica. Qualche via più in là, un ragazzo, il violino.
Un americano, con un ottimo italiano, impacciato al parcheggio.

C'erano. Ora non ci son più. Forse.
O forse continuano a domandare, a sorridere, a suonare.
E i loro occhi: scuri, chiari, distratti e appassionati
continuano a vivere.

1 commento:

Lorenzo ha detto...

è bello vedere la gente...
molto meno averci a che fare...