martedì 16 dicembre 2008

Sta notte...

Ho bisogno di un nuovo spazio per annotare i miei pensieri.
Aria nuova che mi salvi dal ristagno del passato e dell'appena passato.
Vie di fuga per riprogettarsi il proprio mondo.
Sbollire, defluire, reinventarmi e poi pascere tranquilla me stessa, riposare in me stessa: nuova e vecchia compagna di sempre.

Ho scoperto che la solitudine confonde, trasforma: attecchisce velenosi pensieri di potenza (onnipotenza) e ti fa perdere il contatto con le cose. La solitudine ti cambia in peggio: ti vortica intorno nel suo strabiliante luccichio e ti insinua la malattia del pensiero.

Nelle difficoltà "quotidiane" ritrovo me stessa: con gli stessi difetti (infinito otium dilagante ed evanescente nelle vita che scorre senza capo nè coda col suo senso), ma -grazie al Cielo!- con la forza della mia umanità, la mia speranza: ritrovo l'umiltà di un microcosmo incantato e pulito da proteggere, curare, custodire.
Ritrovo me stessa nelle difficoltà della mia vita, VIVENDO l'attesa del proprio destino.

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